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– OTTOBRE CULTURALE 2016 – STORIA DI UN UOMO E DEL FRATE CHE GLI INSEGNO’ AD AMARE – IL RECITAL DI SERRAVALLE RIPROPOSTO IN VERSIONE FILMATA – – Di Leonardo Peverati –

Ero al lavoro quando, con una telefonata, sono invitato a una riunioncina in parrocchia: “Si Leo, domani sera alle 21, nella sala grande, vieni per favore che vogliamo sentire anche il tuo parere….”.
Vado, era una serata fredda, un venerdì d’inverno, non ricordo se pioveva, ma si stava bene al caldo e in quella sala il caldo non c’era.

C’erano però tre o quattro giovani, a dire il vero un po’ pazzi, che distribuivano ad uno sparuto numero di persone presenti dei fogli, sembravano addirittura ciclostilati alla vecchia maniera. Ma no..!! Dai, gli anni settanta erano passati da un po’, eravamo all’inizio del 2001, erano fotocopie.

Fotocopie di una sceneggiatura. Una bozza di una storia da recitare, cantare e ballare: un Recital.

In pratica un “Jesus Christ Superstar” versione nostrana, dedicato a una storia locale, frutto della fantasia di quattro anime in pena.

Si parlava di un santo, S. Francesco, che portava alla redenzione un conte, quel conte Giglioli che fece costruire la chiesa nel nostro paese.

Dopo aver letto e commentato e spiegato il tutto, alla domanda “cosa ne pensate”? …silenzio assoluto. Ricordo quello che dissi, giusto per non mancare di rispetto a tanto entusiasmo: “..ma ragazzi, non vi sembra troppo impegnativo”?

Alla faccia dell’impegnativo! Da quel momento, quando nessuno avrebbe scommesso un caffè sulla riuscita di quel progetto, più utopistico che ambizioso, un’organizzazione paurosa è partita alla ricerca di attori, attori che sapessero anche cantare e ballare, coristi e musiche per accompagnare i meravigliosi brani di quell’“opera paesana”.

Si unirono gli sforzi dell’Ente Palio Serravalle, della Corale San Francesco e della Corale Giovani della nostra Parrocchia e quelli di vari amici, amiche e persone di Serravalle, qualcuno anche di Cologna, Berra e Coccanile.

Mancava l’orchestra. Sì, perché se tutto doveva essere dal vivo, la musica non poteva certo essere registrata su un pezzo di plastica. Niente paura comunque: un batterista, due chitarristi, un bassista e un tastierista ….trovati in men che non si dica. Quando si dice “l’arte non interessa i giovani”, balle!!

Partì così quella che si può definire una vera e propria avventura: i locali della Parrocchia, dall’aprile del 2001, diventarono piccoli teatri dove si provava e si riprovava. S’imparava a recitare, a muoversi su un palcoscenico, a cantare, a ballare. Luoghi dove ci s’incoraggiava a vicenda, dove ci si scoraggiava, dove si rideva e si piangeva.

Dove per più volte si è pensato di dover smettere tutto e per più volte la caparbietà di tanti e in definitiva di tutti, ha portato a un risultato eccezionale.

Così, la storia di quel frate, San Francesco e di quel conte della casata dei Giglioli di Ferrara, all’epoca dei fatti padroni delle terre di Serravalle, andò in scena per le prime due volte il 5 e il 6 giugno 2002 nel Teatro Eden del nostro piccolo, ma quanto mai attivo, paesello di campagna.

Fu talmente grande il successo da avere una risonanza molto di là dal nostro territorio, tanto che a furor di popolo si replicò, sempre a Serravalle, l’anno successivo il 12 e 13 febbraio e il 21 febbraio 2003 si andò in scena al teatro Orestino Tumiati di Berra.

Tutto era pronto per allargarsi ancora di più e, con l’organizzazione del Lions Club di Copparo, la settimana dopo, il 25 febbraio, uno stracolmo teatro Astra ospitò una memorabile performance dell’intera compagnia.

Un centinaio di persone fu interessato dal progetto di quei quattro pazzi di quella fredda sera d’inverno di tre anni prima: il più piccolo aveva cinque anni, il più grande ne aveva sessanta.

Tutti insieme per coronare quello che fu, dal punto di vista artistico, uno dei più grandi sforzi organizzativi del volontariato locale.
Leonardo Peverati – 16.10.16

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