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ARIANO FERRARESE – IN MEMORIA DI ALFREDO ZANELLATO, UN PITTORE UN ARTISTA UN AMICO – NEL GIORNO DEL SUO FUNERALE – 8 MAGGIO 2021 – di Giovanni Raminelli –

ALFREDO ZANELLATO

Si sono svolte ad Ariano ferrarese oggi, sabato 8 maggio, le esequie del pittore Alfredo Zanellato. Ne scrivo con commozione avendolo avuto amico caro per lunghi anni, praticamente dalla fine gli anni 70 del Novecento allorché si gestiva con lui, con la scultrice Rita Da Re, con il critico d’arte del Carlino Antonio Caggiano e con l’indimenticabile don Franco Patruno gli appuntamenti annuali del Premio di Pittura Estemporanea “Campanile d’Oro”. Un premio fortemente voluto e sostenuto a Serravalle dall’allora parroco abate don Giovanni Camarlinghi e dal presidente del Comitato Fiera Roberto Tarroni.

Quel Premio portò la parrocchia a dotarsi di tele di artisti noti e meno noti con cui nacque la Pinacoteca Parrocchiale di Arte Contemporanea. Non solo, donò una sua interpretazione della chiesa e del campanile con cui si realizzò la copertina del mio libro del 1980 sulla storia del nostro paese.

Alfredo era già, in quegli anni, un artista a tutto tondo, affermato e conosciuto non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Aveva vinto il primo premio alla European Art di New York nel 1962, cui seguirono mostre in Russia, in Australia, in Nuova Zelanda in Romania, in Jugoslavia, in Francia. Già dal 1955 partecipò a collettive nelle principali città italiane con presentazioni e lusinghiere attestazioni di merito di Balestrieri, Prete, Portalupi, Spinelli, Brindisi, Quilici-Buzzacchi, Breddo, Tieto, De Grada, Giuliani Oltre duecento i premi di rappresentanza e di acquisizione, oltre ad una quarantina di primi premi.

Fra i riconoscimenti più prestigiosi la Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica e quella della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pittore che ha rappresentato il Polesine, la quotidianità, senza dover ricorrere a linguaggi privilegiati ma con uno stile caldo, personalissimo, accattivante segno di un raggiunto equilibrio tra le cose reali e l’idea di amore per l’umanità e per la vita, Zanellato ha esposto anche al Palazzo dei Diamanti in Ferrara e, recentemente, con una magnifica personale presentata dal comune amico Giuliani Galeazzo nelle sale del Castello Estense della Mesola.

Ritratti di una quotidianità con volti puliti, ancora emergenti da una civiltà contadina mai consegnata in alcuna sua tela alla retorica e alla nostalgia, Alfredo ce li ha offerti anche nelle poesie. Sì, anche la poesia, quella che potremmo scrivere con la P maiuscola, codificata in versi gradevolissimi e toccanti nella bellissima pubblicazione del 1997 “Parole & Immagini”, corredata da tante riproduzioni di sue opere, con una prefazione di Ottorino Stefani e un ottimo saggio critico di Renzo Biasion.

In una bellissima poesia dedicata alla moglie, conclude la composizione scrivendo: “E se dovessi un giorno/al passo della vita cedere, /chìnati a sollevarmi/ e chiedimi se ancora/ vivo per te”.

Zanellato vive nelle sue opere, nei suoi versi, soprattutto vive nel ricordo e nell’affetto dei famigliari e di quanti hanno avuto il privilegio di averlo per amico. Ciao, Alfredo!

Giovanni Raminelli

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