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I NOSTRI BRAVI GIOVANI, CONSIDERATI “BAMBOCCIONI” – di Leonardo Peverati –

LEONARDO PEVERATI

La “Prima Pagina” del TG5 di domenica sera era dedicata ancora una volta a un malvezzo dei nostri giovani italiani, quello dei famosi “bamboccioni”.

Quelli che, nelle statistiche dell’Unione Europea, risultano essere gli ultimi ad abbandonare la famiglia dei genitori per andare a vivere serenamente da soli, felicemente indipendenti.

Mi permetto di dire che conosco gran parte dei giovani del mio paese. Conosco tante famiglie di giovani di questo comune e dei comuni vicini al nostro. Ho lavorato a Ferrara per più di vent’anni con genitori di figli in età lavorativa. Ho conosciuto e conosco le ansie di questi giovani e delle loro famiglie nell’approccio a un mondo del lavoro che sostanzialmente li respinge.

Conosco le loro peripezie per guadagnare quei pochi “denari” che gli consentono di non sentirsi completamente inutili; per almeno poter dire: “Ci sono anch’io!”

Conosco i batticuori e le cocenti delusioni che arrivano dalla consegna dei curriculum, di una domanda di lavoro buttata là, senza speranza.

Al limite del dignitoso il trattamento a loro riservato quando, al suono del campanello di una fabbrica, di un laboratorio o di un ufficio, una voce, spesso poco gentile, li invita a depositare nella buchetta delle lettere quei fogli pieni di speranza.

E bisogna essere lì quando, mortificati, rientrano a casa. Bisogna ascoltarli quando a trent’anni ancora si trovano con contratti di apprendistato e ti chiedono: “Ma è giusto, è possibile che per “me” non ci sia nulla”?

Sono bravi ragazzi, i nostri ragazzi italiani! I fannulloni qui esistono in percentuale sicuramente non diversa che altrove. Quello che viceversa non esistono sono le possibilità di lavoro che gli altri hanno.

Si studino le statistiche i nostri governanti, i nostri economisti, i nostri commentatori e opinionisti.

Dove devono andare questi giovani senza reddito? Abbondantemente oltre il quaranta per cento di disoccupazione giovanile non ha ancora suscitato vergogna in chi ha coniato il termine “bamboccioni”? Gente che, dall’alto dei privilegi che sconsideratamente continuano a mantenere, ancora non temono che qualcosa gli si possa rivoltare contro.

Fanno male, perché loro sono i fannulloni, i parassiti, quelli che campano alle spalle di gente affamata di regole certe, giuste ed eque: quelle regole che fanno di una società, una società civile!

Vergogna: abbassate la testa e vergognatevi!

Leonardo Peverati  – 9 novembre 2015

 

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