Terzo appuntamento culturale organizzato dalla Associazione Cultura e Spettacolo di Berra –
Invitato il GAF (Gruppo Archeologico Ferrarese) I risultati di alcune campagne di scavo a Coccanile
Anche il terzo appuntamento culturale di questa stagione organizzato dalla Associazione Cultura e Spettacolo di Berra ha visto una grande partecipazione popolare.
Nella sala parrocchiale infatti è stato invitato il GAF (Gruppo Archeologico Ferrarese) per esporre i risultati di alcune campagne di scavo a Coccanile, che hanno portato alla luce l’insediamento in tre località diverse, anche se vicine, nei pressi del canale Naviglio, a nord dell’attuale insediamento, di tre chiese, tutte databili molto prima (addirittura dal V secolo d.C.) dell’attuale dedicata a San Venanzio nel centro del paese attuale.
I giovani archeologi Flavia Amato e Marco Bruni hanno esposto con rara maestria i risultati delle loro ricerche, dalla prima chiesa, una pieve individuata su segnalazione del proprietario del fondo agricolo, situata in parte nell’alveo del canale di bonifica, che ha rivelato la sorpresa di molte tombe con ancora i resti umani e qualche piccolo corredo, alla seconda più piccola che testimonia lo spostamento della comunità i cui abitanti forse erano ridotti di numero, al punto di non avere bisogno una chiesa tanto grande, infine alla terza praticamente a ridosso della prima e quasi in continuità con la precedente.
Molte domande tra le persone presenti tutte molto interessate ai risultati, ma anche ai metodi scientifici adoperati nelle campagne di scavo e nelle delicate operazioni di datazione dei reperti.
Sono intervenuti inoltre la presidente del GAF Letizia Bassi e l’Ispettore onorario della Soprintendenza Liviano Palmonari, che hanno illustrato l’attività più complessiva del gruppo nel territorio dell’Unione Terre e Fiumi, finora svolta soprattutto nei territori del Comune di Copparo e di Riva del Po (zona ex Comune di Ro), che sta ribaltando la tesi scientifica che l’archeologia nel ferrarese si dovesse occupare solo dei territori di Comacchio o di Voghiera, ma che anche il nostro territorio in età romana era adeguatamente abitato e coltivato, con forme di insediamento che si richiamano al fenomeno della centuriazione (divisione regolare degli appezzamenti da assegnare ai veterani dell’esercitò o della flotta) di derivazione da Adria.
Ci si augura che con l’interessamento e l’aiuto dei cittadini anche dell’ex Comune di Berra gli studi possano proseguire anche nella zona est del Comune di Riva del Po, che non poteva non essere collegato con gli insediamenti costieri come quello di San Basilio (Ariano nel Polesine).
Infine dagli esponenti del GAF è stata avanzata una pressante richiesta all’amministrazione comunale di Riva del Po (presente con una qualificata rappresentanza di amministratori), affinché si attivi (dopo tante sollecitazioni) per il rinnovo della convenzione con la Soprintendenza (ormai quasi scaduta) per la prosecuzione degli scavi, ma soprattutto per la gestione del deposito dei reperti archeologici, fondamentali per la conservazione in loco del frutto dei ritrovamenti e indispensabili per l’attività didattica con le scuole.
Senza questo tempestivo rinnovo il rischio è che i reperti frutto dell’attività quotidiana dei nostri antenati e umili ma preziose testimonianze del loro insediamento siano trasferiti a Ferrara se non addirittura a Bologna.
Diego Cavallina
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