Ruina – Attenta alle dinamiche politiche locali e stimolata dall’articolo apparso su queste pagine il 4 agosto scorso, la consigliera di minoranza Daniela Simoni (Gente di Riva del Po) propone la sua visione della, situazione attuale, soprattutto in visione futura, quella amministrativa elettorale.
“Non c’è che dire: ancora una volta ne abbiamo per tutti i gusti. Anche se questa interessante disamina (quella dell’articolo su queste pagine) non cita un altro papabile candidato sindaco. Forse perché è un volto nuovo, lontano dalla politica locale ma ben inserito nel contesto territoriale, che già da tempo sta sondando alleanze e connubi.
Ancora una volta niente abbiamo imparato dalle esperienze amministrative precedenti: solo proponendosi in maniera unitaria, presentando un programma sostenibile e un gruppo competente sarebbe stato possibile offrire all’elettorato attivo una proposta alternativa al Pd (più o meno civico).
Così facendo, presentando 4/5 liste, verranno dispersi voti a favore dei soliti noti. Per quel che mi riguarda nessun sondaggio di gradimento in vista delle prossime elezioni ma solo svolgimento della mia attività di consigliere: io rappresento i cittadini (anche quelli che non mi hanno votata) e ho il dovere di farmi portavoce delle loro necessità e delle loro aspettative e di controllare l’operato degli amministratori al governo.
Non è propaganda ma esercizio del ruolo istituzionale. Ma capisco. Si è sempre stati abituati a consiglieri che si limitano ad alzare e abbassare la manina in Consiglio e quindi la sottoscritta ha rotto un pochino gli schemi. Vero però anche che io sarei volentieri ancora una volta (la terza per l’esattezza) a disposizione della mia comunità. Ma ad oggi gli approcci (diretti ed indiretti) che ho avuto mi hanno presentato solo un candidato sindaco e non un programma da condividere. Invece, a mio modesto parere, per costruire un gruppo unitario credibile e sostenibile ci si deve sedere attorno ad un tavolo per condividere idee e potenziale. Poi il nome del sindaco vien da sé.
Non si può costruire una casa partendo dal tetto. E non si può sempre volere proporre nomi e volti di chi ha già governato fallendo, di chi ha mollato e si è dimesso appena il gioco si è fatto duro o di chi crede che la macchina amministrativa si guida stando al bar. Servono figure nuove competenti preparate appassionate.
Invece i personalismi di chi, nonostante tutto, ancora non ha appagato la sua sete di potere consegneranno anche stavolta e per altri 70 anni questa realtà territoriale ad un pd organizzato solo per la manutenzione ordinaria. Ma per ora e fino al 2024 vado avanti e non mollo in attesa di giorni migliori. Comunque confermo, anche io in tutta sincerità per non essere da meno, che il Prof. Cavallina è passato al mio banchetto di Berra solo per un saluto di pura cortesia. Quindi il suo onore è salvo”.
(red)
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