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MORTO DOMENICA A ROMA – AVREBBE COMPIUTO 100 ANNI IL 30 APRILE UN PENSIERO PER IL RABBINO EMERITO DI ROMA ELIO TOAFF – di Leonardo Peverati –

L’INCONTRO TRA GIOVANNI PAOLO II E IL RABBINO CAPO DI ROMA RAV ELIO TOAFF

Il rappresentante della comunità ebraica italiana che più ha inciso nel dialogo tra ebrei e cristiani fin dai tempi della sua vicinanza con Giovanni XXIII per il quale pregò da ebreo nei momenti finali della sua vita.

Una delle immagini più potenti che segnano il rapporto tra le due fedi è stata quella che ritrae Toaff vestito con i paramenti bianchi della tradizione accogliere nella Sinagoga di Roma papa Giovanni Paolo II il 13 aprile del 1986: la prima volta di un pontefice in un Tempio ebraico.

Salimmo sulla Tevà e – raccontò – ci volgemmo verso il pubblico. E allora scoppiò l’applauso. Un applauso lunghissimo e liberatorio, non solo per me ma per tutto il pubblico, che finalmente capì fino in fondo l’importanza di quel momento…».

Ma ci fu un punto in cui quel tributo divenne «irrefrenabile» e fu – aggiunse Toaff – «quando il papa disse: “Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire, i nostri fratelli maggiori”». Un momento storico per un uomo di fede come lui che per 50 anni è stato rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, la più numerosa d’Italia.

Leonardo Peverati

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