Sono da sempre abituato ad ascoltare le notizie dei telegiornali e a leggere i quotidiani. Quel che però ultimamente mi pervade, nel seguirli, è una sensazione di disagio tale che mi fa dire: “Non ne posso più”.
Non ne posso più di sentire notizie di ladri e approfittatori.
Non ne posso più di sentir parlare i sapienti di economia che, se ne indovinano una, esce il sole a mezzanotte.
Non ne posso più di ascoltare notizie sui redditi dei nostri politici, sui loro vitalizi e di sentirli mentre trovano addirittura il coraggio di difendere i loro “diritti acquisiti”; ma di quali “diritti stiamo palando” !?!!
Ma sapete da che cosa sono più disturbato e di che cosa “non ne posso veramente più”? Di vedere e di seguire gli innumerevoli programmi televisivi, TG compresi, che continuamente propongono immagini e interviste riguardanti la sequela di omicidi che continuamente succedono.
Non lo fanno in maniera professionale di chi deve comunicare una notizia, no! Lo fanno per attirare l’attenzione di noi spettatori: della serie sbatti il mostro in prima pagina!
>>Vai! Intervista la madre che piange.
>>Corri! Senti cosa dice il nonno al quale hanno appena ammazzato il nipote.
>>Su! Intervista lo psicologo o il criminologo che, senza saperne nulla del caso, te lo risolve su due piedi, tanto la favella non gli manca e neanche la voglia di farsi pubblicità, prendendo degli €urini.
Sì, ma basta però! Non si può buttare tutto sul tornaconto personale e sull’audience!
Peggio ancora! Non si può ogni tanto prendere alla mano un caso di questi e seguirne, passo passo, le varie fasi giudiziarie e le vicende famigliari e personali degli interessati per anni, a volte per decenni: ma abbiamo presente quanti ne capitano, di questi casi, tutti i giorni?
Soprattutto, non si possono buttare in pasto all’opinione pubblica intere famiglie, interi parentadi, per scopi che nulla hanno a che fare con la “libera informazione”.
Sono convinto e credo invece che oggi, molti giornalisti, con la scusa della libertà di stampa e, appunto, della libera informazione, commettano abusi enormi.
Non sarebbe meglio lasciar lavorare, in pace, chi di questi casi invece se ne deve veramente occupare, assicurando i criminali alla giustizia?
Capisco che fermare tutto ciò sia quasi impossibile, ma ritengo che anche questo faccia parte di una società che deve darsi una regolata in fretta.
Speriamo che l’anno nuova porti consiglio e auguriamoci che possano essere pubblicate e trasmesse anche alcune notizie positive che, magari cercandole, si possono anche trovare!
Dicembre 2014 –
di Leonardo Peverati
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