Riva del Po – I cimiteri, una croce pesante da portare per il Comune di Riva del Po, tutti da sistemare, partendo da quello di Serravalle per terminare con quello di Ruina, passando per Berra, Cologna, Guarda e Ro, 6 cimiteri per 8 paesi, tante sono le frazioni che compongono il comune.
Lamentele, richiami e segnalazioni da parte dei cittadini di Riva del Po, che periodicamente riaffiorano, hanno evidenziato come i cimiteri attraversano non pochi problemi, da strutturali ad ampliamento per tumulazione passando per furti, più o meno gravi, senza trascurare gli sfalci dell’erba.
Una situazione a dir poco precaria quella dal punto di vista strutturale, a partire dal cimitero del capoluogo Berra, dove da anni una parte di quello vecchio è transennato per la caduta di calcinacci dal soffitto. A Serravalle le infiltrazioni d’acqua durante le piogge copiose interessano molte tombe. E le proteste non finiscono qui. Molti congiunti sono “costretti” ad arrivare alla Cremazione perché mancano i loculi. E se questa precarietà è manifestata soprattutto a Serravalle, anche gli altri cimiteri non sono messi meglio.
Secondo le dichiarazioni dell’assessore ai lavori pubblici Marco Pozzati il 2023 dovrebbe essere l’anno buono, per una manutenzione straordinaria e per la costruzione di nuovi loculi, da mettere a disposizione di chi ne faccia richiesta: acquistarli prima dell’evento finale, come si usava una volta, è ormai diventato anacronistico, ma anche tecnicamente impossibile. Il problema non è semplice da risolvere, perché non tutti i cimiteri sono predisposti per una nuova accoglienza.
Sta di fatto che per ora non vi è alcun movimento se non un continuo monitoraggio della situazione da parte dell’amministrazione comunale. E se dentro i cimiteri la situazione è quasi allarmante, alle porte degli stessi non è che vada meglio. I mancati controlli e la maleducazione di alcuni cittadini, forse anche di altri comuni, portano spesso i contenitori dell’immondizia ad essere strapieni di scarti non conformi.
I cassoni sono stati messi per favorire lo smaltimento dei resti dei fiori, quelli che periodicamente vengono scartati dalle tombe, ed invece qualcuno ne “approfitta” per portarci i suoi da casa.
Un lungo lavoro aspetta all’amministrazione e a Gecim per risollevare le sorti dei luoghi di culto per eccellenza, che da tempo lasciano molto desiderare.
Non ultimo, i nuovi costi cimiteriali, in vigore dal primo di marzo 2023. I costi hanno subito un aumento medio del 10%, in sintonia con gli aumenti del costo delle materie prime e del carovita, fatto salvo le luci votive, che aumentano del 12%, passando da un costo annuo di 20,67 euro a 23,18 euro.
(red)
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