Berra – Approvato a maggioranza il conto consuntivo 2022 dell’amministrazione comunale di Riva del Po, con un avanzo di 6milioni di euro, così divisi: 1.537.000 euro accantonati, 346.000 vincolati, 1.234.000 per investimenti, 2.938.000 disponibili. Nelle entrate figurano le due voci del contributo della fusione dei due comuni, Ro e Berra: 1.542.000 euro per il contributo statale e 101.000 regionale.
” Mi piace sottolineare – ha detto il sindaco Andrea Zamboni nel suo intervento – che siamo partiti nel 2019 con il saldo fatture a terzi dopo 88 giorni, mentre oggi siamo a 25 giorni. Sicuramente siamo partiti in ritardo, ma una messa in moto della macchina comunale c’è e penso si possa vedere anche da questo dato”.
Tra le uscite, in aumento, risultano quelle “Per il personale – ha detto – e qui dobbiamo completare l’organico della nostra amministrazione”. E poi: “Abbiamo aumentato le spese dei servizi scolastici e per la manutenzione del patrimonio. Abbiamo avuto un aumento consistente nelle spese energetiche, di 338.000 euro, a fronte di un contributo statale di 177.000 euro. E 1.270.000 di euro trasferiti all’unione Terre e Fiumi”.
“Un aspetto che mi piace sottolineare – ha detto Zamboni – è la spesa degli ammortamenti dei mutui: nel 2020 il debito medio procapite per ogni cittadino di Riva del Po era di 937 euro, passato a 918 euro nel 2021, e a 786 euro nel 2022. Questo grazie alla scelta di estinguere alcuni mutui, che sono serviti per fare investimenti negli anni passati dalle amministrazioni passate. Il debito attuale è di 5.774.000 euro “.
A seguire l’assessore ai lavori pubblici Marco Pozzati ha illustrato i lavori e gli investimenti fatti nel settore da lui seguito.
Poco o per nulla convinta la consigliera di minoranza Daniela Simoni (Gente di Riva del Po). “Un bilancio copia e incolla dei precedenti – ha detto Simoni nel suo intervento – i numeri si spendono in maniera interessante e importante poi frequento il territorio e non vedo nulla di quanto i numeri riportano. Continuo a vedere aree golenale dismesse. Vedo strada asfaltata a pezzi. Non sento nulla sulle imprese, per le famiglie e per i giovani. Ci sono famiglie in crisi. Ci sono imprese che vanno avanti con la forza delle loro idee. E poi abbiamo un primato, quello delle case abbandonate. Nella provincia siamo il comune con maggior numero di case vuote. Si vendono case per 5000 euro dando il senso di un comune che non dà servizi non da speranze a chi vi entra”.
E poi un consiglio. “Se fossi al vostro posto riprenderei alla mano la tangenziale est, che potrebbe risolvere e risollevare il territorio dalle difficoltà logistiche”.
La replica drl sindaco è starà ordinata e pacata. “Che questa amministrazione non abbia una strategia è una bugia. Lo so che può creare ilarità, non si può essere d’accordo, ma la nostra strategia è legata al nostro compagno fiume Po. Ciclovia Destra Po, sulla quale ci sono progetti d’investimento importanti che coinvolgono anche altri enti oltre a quello comunale, raoiresrntano per noi uno sviluppo importante, lo sviluppo del turismo lento. Il nostro coinvolgimento riguarda l’investimento sulle aree golenali. Sarei partito volentieri ieri ma purtroppo i tempi tecnici sono questi.
Poi gli investimenti sulle scuole. Con lo sfalcio del verde pubblico siamo appena partiti e vediamo alcune criticità che devono e dobbiamo correggere. E poi l’appalto dell’illuminazione pubblica, un investimento importante che contiamo di iniziare a concretizzare all’inizio del 2024. È poco? È quanto fino ad ora siamo riusciti a fare partendo da un comune appena nato.
Noi ce la mettiamo tutta ma dipende anche dal privato, se vorrà investire assieme a noi. Le proveremo tutte per far crescere il nostro territorio. Per ora – ha detto ancora il primo cittadino – vedo nella Destra Po e i suoi 47 chilometri di percorso sul nostro territorio comunale e il turismo lento la risorsa più importante è attuabile per far crescere il nostro comune. Sarà il tempo a dare sentenze”.
Una novità. “Il Mulino ritornerà al suo posto. All’inizio del 2024, tornerà come barca galleggiante e non solo come museo storico”. “Un piano di sviluppo c’è ed è condiviso dalla Giunta – ha concluso Zamboni – può piacere o meno, ma c’è, e sarà il tempo a dire se è quello giusto”.
(red)
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