Berra – Nella seduta consiliare di martedi 3 ottobre è sta rimarcato la distanza che oppone la Giunta Zamboni con la consigliera di Gente di Riva del Po Daniela Simoni, un rapporto che si deteriora giorno dopo giorno non lasciando spazio ad una discussione politicamente corretta, di vedute certamente opposte ma possibilmente costruttive, soprattutto per il bene dei cittadini.
E così anche in questa seduta si è consumato l’ultimo “scontro” tra le parti, anche se a distanza, visto che la consigliera Simoni non era in aula. Dopo l’appello (assenti Simoni, Occhi, Franciosi, Barigozzi), prendeva la parola il sindaco Andrea Zamboni, che dava risposta, punto per punto, alle 3 istanze presentate dalla consigliera Daniela Simoni.
La consigliera ha recapitato una lettera (vedi foto) dove annunciava la sua assenza dall’assise, con dettagliate motivazioni, che si traducono in una serie di mancate risposte a sue precise richieste/domande. Prendeva la parola il sindaco Andrea Zamboni, che spiegava: “Rispetto alla richiesta di risposta per le dimissioni del Presidente del Consiglio, le dimissioni non possono essere imposte, dovrebbero essere su base volontaria.
Il Presidente ha già risposto pubblicamente respingendo, con motivazioni (ritenute dal sottoscritto esaustive) su ogni presunta accusa a suo carico. Se qualcuno ritiene che vi siano i presupposti, invito ad utilizzare gli strumenti idonei presentando una proposta di revoca del Presidente del Consiglio, ai sensi dell’art. 9 del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale”.
In merito alla richiesta di fornire una risposta all’interrogazione in cui si chiedeva di recuperare la registrazione dei primi minuti del consiglio del 25 luglio u.s., sempre il Sindaco, fa presente che, “Al contrario di quanto sostenuto nelle note inviate, è stato dato formale riscontro – puntualizza il Sindaco – dato che l’interrogazione travalicava la sfera dell’indirizzo politico, nel rispetto del prescritto principio di separazione tra competenze degli organi di governo e competenze degli organi gestionali, che ha dovuto coinvolgere i diretti interessati.
Nel caso di specie, quindi: il responsabile dei servizi informatici (servizio conferito in Unione) che ha fornito formale attestazione del problema tecnico e dell’impossibilità di recuperare i flussi audio-video relativi ai punti 1 e 2 del CC e il Segretario Comunale la quale ha puntualizzato, come da parere reso dal Ministero degli Interni , che una seduta è pubblica quando viene consentito al pubblico di assistere, in presenza, alla sedute consiliari.
Indipendentemente dal funzionamento delle riprese in streaming. Il Segretario, nella sua nota, ha anche ribadito come solo il verbale delle sedute consiliari (di competenza esclusiva del Segretario Comunale nella Sua qualità di Pubblico Ufficiale) ha la finalità documentare, ufficialmente, l’iter di formazione della volontà collegiale”.
Infine, all’accusa di una erronea convocazione della riunione della capigruppo, “È il Regolamento per il funzionamento consiglio comunale a prevedere, quale finalità principale della Conferenza dei capigruppo, quella di approfondimento di proposte di delibera che possono essere già iscritte all’o.d.g. del C.C., come nel caso di specie.
In un’ottica di adeguata preparazione per l’esercizio consapevole del diritto di voto, in vista della successiva seduta consiliare. L’ordine del giorno, previsto quale successivo punto dell’odierna seduta, è stato presentato ai sensi dell’art. 12 del Regolamento comunale.
In sede di capigruppo, le consigliere potevano, se fossero state presenti, definirne un testo condiviso, così come prescritto dal regolamento”.
Tutto questo per dire che tutto di è svolto regolarmente.
(red)
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