Storia

1966-2016 CINQUANT’ANNI FA IL PASSAGGIO ALLA ARCIDIOCESI DI FERRARA DELLA PENTAPOLI RAVENNATE – di Giovanni Raminelli

Il 18 maggio 1966 le comunità di Coccanile, Ambrogio, Cologna, Berra, Serravalle (dal 1818 denominate “Pentapoli” e sotto la giurisdizione della Archidiocesi di Ravenna e prima ancora, per alcune di loro, della antichissima diocesi di Adria) insieme con le neo costituite parrocchie di Sant’Apollinare in Dossetti e Contane, passarono alla Arcidiocesi di Ferrara. Il decreto della Sacra Congregazione Concistoriale n. 995/46 del 19 aprile 1966 andava a sanare, se così può dirsi, una situazione strana che vedeva una “enclave” ravennate nel Ferrarese nonostante la restaurazione post-napoleonica avesse tentato, oltre a quella politica, anche una rideterminazione dei confini di natura ecclesiastica per le popolazioni da sempre gravitanti sui tre poli di Adria, Ferrara e Ravenna. Nelle settimane immediatamente successive al “passaggio”, fu cura dell’allora arcivescovo mons. Natale Mosconi visitare le acquisite nuove parrocchie ipotizzando, e poi realizzando, spostamenti di sacerdoti per integrare al meglio comunità e pastori.

Oggi la necessità del ricordo non sta nel semplice desiderio di valorizzare una data. E’ certa la convinzione che fare memoria di un avvenimento non disancora il cammino quotidiano di queste comunità da quel passato che ha posto le basi delle condizioni dell’oggi. In quegli anni la presenza sacerdotale e religiosa era “garantita” e numerosa: ogni parrocchia poteva contare sulla presenza di un parroco e di un cappellano, e dove presenti, gli asili infantili vedevano impegnate suore di vari ordini femminili. Oggi (senza la presenza di vicari coadiutori) i parroci sono presenti a Serravalle, a Berra, a Cologna, a Coccanile e ad Ambrogio, non più a Sant’Apollinare e a Contane (servite da parroci viciniori). Alcune scuole materne parrocchiali hanno ceduto il passo a istituzioni a conduzione laica o sono state definitivamente chiuse con subentro dello Stato. Oggi una nuova coscienza laicale impone impegno, presenza, responsabilità.

Nonostante i cambiamenti e il calo della popolazione si può dire che queste comunità sono ancora vitali. Un invito, tuttavia, va fatto specialmente alle giovani generazioni da sempre chiamate a guardare al passato per conoscere meglio le proprie radici, con lo scopo di analizzare obiettivamente il presente nella speranza che in futuro si eviti lo spettro di un declino sociale, economico, culturale e religioso.

Continuità nella Fede, impegno nella Carità, apertura alla Speranza. Io credo sia stato questo il motivo per il quale un grande arcivescovo ferrarese, mons. Natale Mosconi, durante il suo episcopato, volle essere assiduamente presente con visite ripetute e quasi costanti fra le genti della ex Pentapoli, incontrando giovani e adulti, autorità e lavoratori. E’ forse, ma non solo, per tale motivo, che si realizzò la visita pastorale di mons. Luigi Maverna nel 1984 con il successivo avvio ai lavori sinodali. Così gli altri arcivescovi, che pure in forme e modalità diverse hanno avuto particolare attenzione per le nostre parrocchie.

Di sicuro in cinquant’anni si è proseguito con tenacia un cammino di impegno e di dedizione costante al bene delle anime. Il cammino svolto è stato motivo per stimolare i cattolici di questo lembo di terra ferrarese a diventare ogni giorno di più e meglio partecipi ed attori della vita della chiesa locale e diocesana senza rinnegare la propria storia, con il carico delle proprie istanze ma pure con l’entusiasmo delle proprie disponibilità.

Giovanni Raminelli

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