Berra – In questi giorni i frequentatori di Facebook avranno notato che molti hanno postato una foto, che riporta l’immagine di Severino Peron e una sua poesia, dal titolo “Il Po”. Per chi conosceva Severino sa benissimo che tra le tante passioni che curava c’era anche quella del Po. Non a caso una parte della golena, che parte dal piazzale dell’ex traghetto e si estende verso l’occidente è nominata “Parco Rosina”: dopo averla meticolosamente ripulita quella parte di golena l’ha intitolata a sua moglie.
Ma chi era Severino Peron? Molti lo ricordano come l’ideatore della “Civiltà Contadina: il Bracciante Agricolo”. La passione sfrenata nei confronti di questi materiali (come detto, non era la sua unica passione) lo aveva portato a creare un vero e proprio Museo che tratteneva tra le mura domestiche ma per questo non visitabile. Il cospicuo nucleo di materiali comprendeva utensili, macchine o strumentari di intere botteghe, spesso appartenuti ad artigiani rinomati in ambito locale. Sono rappresentate la falegnameria, la Mascalucia (l’arte della ferratura degli zoccoli di equini e bovini; anche, la bottega del maniscalco), la liuteria e la carpenteria che viene documentata da attrezzi per la costruzione di barche per la navigazione del Po.
Figurano poi attrezzi da botteghe di meccanico, di battirame, per la lavorazione della canapa, per la vinificazione e per la stalla. Sono presenti nella raccolta anche utensili domestici, tra i quali un torchio da pasta, una macchina da cucire, un mulino manuale per cereali poveri e i primi elettrodomestici documentano la vita rurale in ambito locale tra gli anni Trenta e Cinquanta.
Suggestiva la ricostruzione in sito di un’aula scolastica. Particolarmente interessante è la collezione di biciclette: di fabbricazione in prevalenza ferrarese, sono adeguate alle attività dei diversi proprietari come il fattore, il prete, il carabiniere, il postino e, ancora, il pescivendolo, il fruttivendolo, il venditore di brustolini, l’arrotino.
Un proiettore “Path”‚ del 1895, e una collezione di pellicole d’epoca testimoniano dell’interesse del collezionista per la storia del cinema. Sono presenti, inoltre, alcuni trattori e un camioncino “Fiat Balilla 514”. Dopo vari tentativi di collocazione nel 1987 Peron riuscì a vendere i suoi cimeli al comune di Copparo. Sballottati un po’ qua e poi là, alla fine hanno trovato pace al Museo La Tratta di Copparo. Alcuni di questi cimeli sono stati “persi” per strada, alcuni ammalorati, ma ora, dopo anni di chiusura e grazie all’associazione Archeologi dell’Aria di Ambrogio, la raccolta di Severino Peron è visitabile.
Altra passione era quello del carnevale, con la costruzione dei carri allegorici: ha portato sulla piazza numerosi bambini e adulti. Ed ancora la lavorazione della canapa, con rappresentazioni fatte alle generazioni più giovani, quando il lavoro della canapa, come si faceva una volta, non esisteva più.
Non ultimo la passione per le riprese. Grazie agli archivi della famiglia Peron, recentemente l’associazione Cultura e Spettacolo Berrese è riuscita a digitalizzare il materiale raccolto in anni, con i video amatoriali che riguardano la storia e la cultura di questo territorio.
Scomparso nel 2001 all’età di 75 anni Peron rappresenta ancora la storia vivente di questo territorio.
(red)
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