Storia

LA DECIMA ABBAZIALE COMMUTATA AL 2 DICEMBRE 1891 – Parte seconda –

2° parte: DECIMA COMMUTATA

I terreni novali bonificati in seguito alle opere di prosciugamento artificiale avrebbero dovuto essere sottoposti al diritto di decima. In effetti, multi possidenti ritennero di non essere soggetti ad alcun diritto in quanto al momento della istituzione della decima i terreni in questione erano incolti. Tuttavia, secondo le investiture stesse, come si è visto nella 1°parte, il diritto si estendeva ai «prativi, pascolivi, e vallivi nel caso di dissodamento», ed inoltre dagli atti delle due commutazioni, di cui si parlerà fra breve, risulta che il diritto di decima avrebbe dovuto estendersi anche ai terreni novali «in allora incolti». La parrocchia nel 1891 percepiva due cànoni di decima già commutata: il primo da Pietropoli Francesco fu Angelo, in forza della sentenza del 22/11/1862 del Tribunale di Ferrara (confermata dalla corte d’Appello di Bologna con sua sentenza del 1/3/1864) per la somma annua di lire 244,08; il secondo dagli eredi di Cavalieri Ventura (in dipendenza dell’accennato rogito Lezziroli del 3/6/1869) per la somma convenuta di lire 300. Probabilmente gli Eredi Cavalieri addivennero ad un accomodamento siglato dal rogito Lezziroli per non adire al tribunale che aveva già nel 1862 condannato il Pietropoli. La parte della decima abbaziale commutata aveva un’estensione di ettari 287, 77, 80 (fra terreni novali bonificati ed alcuni dei vecchiali inclusi nella commutazione) e per i quali si percepiva la somma di lire 544,08.


Prima di procedere con il secondo elenco riguardante i fondi commutati, i possessori alla data del 2/12/1891 e la cifra corrispondente alla decima, sono opportune alcune precisazioni in merito ai fondi del Fienilone e Valle e a quelli denominati «Dossi» e «Prati». Per i primi si deve dire che avevano una estensione complessiva di ettari 223,43,10. Le superfìci di questi fondi il Cugini le ricavò dalla perizia Balboni del 1 ottobre 1868, allegata al rogito di commutazione più volte citato. Dalla stessa perizia risulta che nel 1868 il fondo Fienilone e Valle era coltivato solo per ettari 5,55,10 poiché tutto il resto era costituito da pascoli e valli da canna. Per quanto concerne i «Dossi» e i «Prati», il Cugini afferma nella stima che «furono identificati all’appoggio della perizia giudiziale 14 maggio 1862 dell’Ing. Giuseppe Maestri, che ha servito di base alla Commutazione Giudiziale dei fondi stessi. Si osserva come all’epoca della detta Perizia gli appezzamenti «Dossi» e «Prati» erano incolti, ad eccezione di una stretta zona dei Dossi in contatto col Canal Bianco».


Informazioni tratte dal libro di Giovanni Raminelli “SERRAVALLE- Profilo storico di un paese della Bassa Ferrarese

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