Berra – Come da tradizione nei giorni scorsi c’è stato lo svaso del bacino adiacente l’impianto dei sifoni di Berra, una consuetudine che si ripete da molti anni tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Molti addetti ai lavori – qualche “curioso” ha sbirciato da lontano – per eseguire le operazioni, si sono ritrovati al vascone dei sifoni di Berra, per lo svaso del bacino adiacente con il relativo recupero del pesce.
L’impianto dei sifoni di Berra ha una storia ultra centennale, pare iniziata nel 1905 – anche se alcuni documenti risalgono ancora prima, al 19esimo secolo – con i primi studi per prelevare acqua a fini irrigui a cura dell’ingegner Pietro Pasini (ingegnere capo del Consorzio della Grande bonificazione ferrarese). Nel 2019, a coronare il patrimonio, è arrivata la candidatura a sito Unesco. Ma in questo caso il protagonista è stato il bacino adiacente alla struttura. Questo impianto è uno dei primi sifoni utilizzati dal Consorzio di Bonifica per la gestione delle acque, con una portata di 24 metri cubi al secondo è in grado di prelevare acqua dal fiume Po anche in periodo di magra.
La foschia della mattina e la maestosità dell’impianto hanno proposto un’atmosfera d’altri tempi, con le operazioni di recupero del pesce dalla vasca per poi consentirne la pulizia e la manutenzione. E’ stato anche l’occasione per un approfondito lavoro di censimento e studio delle specie presenti, che forniscono preziose informazioni sulla fauna ittica presente nel Fiume Po: i dati sono raccolti ed elaborati dall’Università degli Studi di Ferrara, alla presenza della Regione Emilia-Romagna- Settore Agricoltura, caccia e pesca di Ferrara – e dei Veterinari di AUSL.
Mentre lo scorso anno la grande sorpresa era stata la presenza di qualche granchio dalle chele blu, quest’anno sono stati rinvenuti tre esemplari di storione, poi liberati in Po. L’ultimo esemplare di storione rinvenuto in questo bacino è stato nel 2020, durante le analoghe operazioni. C’è stato il rinvenimento eccezionale di uno storione cobice adulto (Acipenser naccarii). L’esemplare, dopo essere stato pesato, misurato e controllato è stato immediatamente caricato in vasca con ossigenatori per essere poi rilasciato in Po. Ad esso è stato inoltre prelevato un campione per le analisi genetiche.
Questa specie protetta, che dal mare risale i fiumi fino alle zone pedemontane per riprodursi, a causa della pesca sconsiderata attuata dall’uomo e della costruzione di dighe di sbarramento invalicabili che interrompevano i corsi d’acqua, è tutt’ora a rischio di estinzione. Il suo ritrovamento in areali degradati e compromessi, come sono quelli del basso corso del Po, è un positivo segnale di ripresa delle nostre acque che, non raramente nella zona di Berra e Polesella, regalano straordinari ritrovamenti di storioni, adulti e in salute.
Il ritrovamento di questi tre esemplari rappresentano un bel sperare per il ripopolamento futuro. Presenti anche i soci dell’Eurocarp Club: “Con i nostri ragazzi sempre in prima linea, nel fango o nell’umido della notte, per tutelare la fauna ittica Ferrarese”.
Un prezioso lavoro di collaborazione che gli organizzatori ringraziano.
(dmb)
FOTO PRESE DALLA PAGINA FACEBOOK DELLA BONIFICA.
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