Giornata della memoria 27 gennaio 2011. Il 27 Gennaio è la Giornata della Memoria, scelta proprio perché il 27 Gennaio l’Armata Rossa abbatté i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. Per celebrare in modo adeguato la Memoria, l’amministrazione comunale di Berra ha organizzato, al teatro Eden di Serravalle tramite l’assessore Giuseppina Favaron, una iniziativa fissata per il prossimo 3 Febbraio, che avrà come ospite speciale il rabbino capo della comunità ebraica di Ferrara, Prof. Luciano Caro.
Oltre al dott. Caro, parteciperanno il presidente della sezione ANPI di Berra, Diego Cavallina, il dirigente scolastico del CSA di Ferrara Giovanni Raminelli, oltre al Sindaco Eric Zaghini, al Vicesindaco Egle Cenacchi ed all’assessore Giuseppina Favaron. Alla giornata non mancherà la gentile e collaborativa partecipazione degli allievi delle scuole secondarie di primo grado di Berra. L’invito a partecipare è ovviamente esteso anche a tutte le famiglie degli allievi. Nel corso della giornata, che si svilupperà a partire dalle ore 9, la proiezione del recente e profondo film di Mark Herman ” Il bambino con il pigiama a righe“, poi gli interventi degli ospiti ed infine lo spazio ai ragazzi ed a tutte le domande che si vorranno proporre agli ospiti. Per non dimenticare.
A cura del Comune di Berra
Oggi ci difendiamo
di Deborah Fait
” Sulla Plaza Mayor gia’ di buon’ora si era radunata una folla molto piu’ numerosa di quelle che assistevano agli spettacoli con i tori…..A meta’ mattina fece la sua comparsa un prete, la piazza era ormai stracolma di curiosi. Jonah stava in mezzo a loro. Poco dopo si creo’ sulla piazza un po’ di confusione mentre gli uomini di Isidoro Alvarez spingevano indietro quelli piu’ accosti alle pire per aprire la strada all’arrivo dei condannati.
I prigionieri furono condotti dalla prigione su tre barrocci a due ruote trainati da asini. Furono fatti sfilare per le strade tra le grida di scherno degli astanti.
Tutti e undici i presunti ebrei avevano in testa il cappello a punta della vergogna.
Sulla Plaza Mayor i condannati vennero tirati giu’ dai carretti e vennero strappati loro di dosso gli abiti. La folla reagi alla loro nudita’ rumoreggiando e ondeggiando come una marea montante…..
Ciascun prigioniero fu condotto su una pira, le braccia vennero fatte passare dietro un palo e legate.
Il corpo irsuto di Isaac de Marspera non presentava segno alcuno; il macellaio aveva evitato la tortura poiche’ il suo insolente e costante uso di preghiere ebraiche ne aveva resa ovvia la colpevolezza, ma ora, per il suo atteggiamento di sfida, egli era stato prescelto per il quemadero . L’apertura nella parete del forno era piccola e ci vollero tre uomini per spingere dentro a forza il suo grosso corpo mentre la folla, tutta contenta, gli lanciava insulti e lui rispondeva ruggendo lo Shema Israel .
Le sue labbra non si arrestarono un attimo mentre i muratori si davano da fare per chiudere l’entrata il piu’ in fretta possibile.
Padre Espina pregava in latino.
Molte mani accatastarono mucchi di fascine e di legna . La pira sali’ in altezza avvolgendo il quemadero finche’ non fu piu’ possibile vedere i mattoni del forno…..
Il fuoco crepitava intorno al quemadero.
Isaac il macellaio cuoceva nel forno come un pollo, con la differenza, si disse Jonah sentendosi venir meno, che il pollo non si arrostisce vivo.”
Da Il Medico di Saragozza, di Noah Gordon, giornalista e scrittore.
Questo accadeva alla fine del XV secolo quando l’ Inquisizione era in piena attivita’ guidata dal frate domenicano Torquemada che seminava il terrore in Spagna.
Prima di allora gli ebrei erano stati perseguitati, assassinati, costretti a convertirsi, era loro impedito di lavorare se non per un paio di mestieri vietati ai cristiani tra cui il prestito di denaro.
La giudeofobia si diffuse tra tutti i popoli quasi come forma di demonofobia , cioe’ paura del demonio.
Ebreo= demonio. Ammazziamolo.
Si doveva arrivare a Voltaire perche’ la giudeofobia si trasformasse in antisemitismo, cioe’ all’odio degli ebrei in quanto razza inferiore.
Una tremenda aberrazione psichica ereditaria e incurabile perche’ ormai incancrenita nell’animo delle persone, talmente incancrenita che il nazismo riusci’ ad ammazzare nell’indifferenza dell’Europa e di tutto il resto del mondo 6 milioni di ebrei ai quali vanno aggiunti dai 200 ai 500.000 zingari, disabili, matti, oppositori politici, preti.
Giovedi si commemorera’ La Giornata in Memoria della Shoa’, i Giusti piangeranno, le autorita’ sbadiglieranno, gli Ebrei rimarranno in silenzio senza piu’ lacrime, ognuno ricordando sei milioni, sei milioni, sei milioni, sei milioni. Un numero talmente incredibile da far scatenare i negazionisti.
Sei milioni, capite? Una nazione intera.
Sei milioni di corpi, sei milioni di anime, 12 milioni di occhi terrorizzati, un milione e mezzo di bambini che non capivano perche’ il loro mondo si era improvvisamente trasformato in un luogo senza mamma e papa’. Un luogo dove nessuno li proteggeva piu’ , dove un signore vestito di bianco li prendeva e li portava in una stanza dove gli tagliava le corde vocali e poi li torturava con i suoi maledetti esperimenti, senza dover essere infastidito dalle loro grida.
Un luogo dove vedevano altri bambini dati in pasto ai cani, resi nazisti anche quelli.
Al di la’ della comprensione umana, al di la’ di quello che potrebbe essere l’inferno, al di la’ Dio!
Dio e’ morto, disse un ragazzo vicino a Elie Wiesel mentre dovevano assistere all’impiccagione di un bambino che aveva tentato di scappare.
Dio e’ morto.
Sei milioni. Dio. Sei milioni.
Shema’ Israel, ruggiva Isaac, il macellaio che veniva spinto nel fornetto di mattoni 500 anni prima.
Shema’ Israel urlavano quelli che venivano bruciati vivi nelle sinagoghe dai seguaci fanatici di Lutero.
Shema’ Israel sospiravano senza piu’ forze quelli che venivano fatti entrare nelle docce da cui sarebbe uscito il gas.
Shema’ Israel ha gridato il soldato Ro’y mentre, per salvare la vita ai suoi compagni, saltava su una mina messa da hezbollah durante la guerra in Libano.
26 gennaio, che sollievo se Israele non esistesse, dicono gli antisemiti.
27 gennaio, Memoria della Shoa’.
28 gennaio, ebrei nazisti , dicono sempre gli antisemiti, osano difendersi invece di scomparire per sempre. A morte Israele.
E continuano imperterriti per altri 364 giorni.
Memoria della Shoa’, i Giusti piangono, gli antisemiti odiano, mai stanchi, mai esausti, mai annoiati dalla monotonia del loro odio millenario.
A morte Israele. Urlano.
Shema’ Israel, rispondono gli ebrei.
Non ci ammazzerete piu’, nessun Isaac verra’ spinto in un fornetto di mattoni a bruciare vivo, nessun bambino sara’ terrorizzato in un luogo buio e freddo senza mamma.
La Memoria di quei sei milioni deve servire anche a questo, a stare a testa alta e dire Basta, non ci ammazzerete piu’.
Basta a chi brucia le bandiere, Basta a chi tace di fronte alle minacce di sterminio di Ahmadinejad, Basta a chi calunnia e demonizza Israele, unica nazione al mondo minacciata nella sua esistenza!
Non lo vogliamo piu’.
Hanno divorato 6 milioni, non sono ancora sazi ma noi abbiamo raggiunto il limite, oggi abbiamo un esercito che ci difende, benedetto sia.
Niente piu’ Inquisizione, niente piu’ Auschwitz, niente piu’ Babi Yar, fosse comuni, Bergen Belsen, Treblinka.
Basta terrorismo in casa nostra. Basta stragi di ebrei.
Oggi ci difendiamo.
Shema’ Israel.
Deborah Fait
Views: 15