Serravalle. Tiene ancora banco l’inquinamento riscontrato nelle settimane scorse nelle acque del Po. Una situazione che va denunciata aveva detto il Governatore della regione Veneto Luca Zaia.
L’anomala presenza del PFAS (la sigla indica Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici): è una famiglia di composti chimici utilizzata prevalentemente in campo industriale. Sono catene alchiliche idrofobiche fluorurate: in estrema sintesi, sono acidi molto forti usati in forma liquida, con una struttura chimica che conferisce loro una particolare stabilità termica e li rende resistenti ai principali processi naturali di degradazione), inquinanti di ultima generazione, sono state rilevate nel grande fiume, a Corbola, nel vicino rodigino.
Le voci arrivate oggi sono nuovamente allarmanti: giusto per trascorre in pace la Pasqua e il 25 aprile ed ecco ricomparso l’allarme. Questa volta il Veneto fa sul serio.
“La Regione del Veneto porterà alla Procura della Repubblica i dati dei rilevamenti nelle acque del Po che confermano una presenza di PFAS di nuova generazione a livelli anomali”
Lo dice Nicola Dell’Acqua, commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza alla contaminazione da PFAS nelle province di Vicenza, Verona e Padova: “In tema di PFAS, la Regione del Veneto sta cercando di spiegare a tutta Italia che se non saranno definiti dei limiti nazionali non si potrà limitare l’uso di queste sostanze e agire con le necessarie bonifiche dei siti già inquinati.
Nel Po ci sono PFAS in quantità 100 volte superiori a quelle di Miteni mentre il C6O4 (PFAS di nuova generazione) in quantità quasi 2000 volte superiore. È nostro dovere far rilevare questa situazione e lo faremo la settimana prossima alla Procura, così come l’Arpav lo ha già fatto nel 2013 per le sostanze PFOA e PFOS”.
Ma a quanto pare questi valori esagerati ci sono solo li: i rilievi fatti altrove (Emilia Romagna e Lombardia) parlano diversamente. Ma tra la gente c’è molta apprensione: è potabile o no quest’acqua?
Dalla centrale di potabilizzazione di Serravalle non arrivano allarmi, come pure una settimana fa quando è nata la vicenda. Ma c’è chi si schiera contro il governatore Zaia.
“Sull’emergenza Pfas non si possono far suonare campanelli d’allarme indistinti, senza poi dire cosa si ha intenzione di fare. Chi governa ha precise responsabilità e deve stare attento a come usa le parole”.
Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico, replica a distanza al presidente della Regione Luca Zaia. “I rilevamenti fatti dalle Lombardia ed Emilia Romagna smentiscono le parole del governatore: in entrambe le regioni la situazione non è assolutamente paragonabile a quella del Veneto. Se l’allarme è a ragion veduta si rapporti con le altre Regioni e faccia seguire misure di protezione”.
(d.m.b.)
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