Ro – Si è parlato anche del Vento di Supa e Mulino sul Po nell’ultima seduta consiliare del 2019 di Riva del Po, per molti versi una zona golenale fantasma. È quanto emerso nella discussione portata in assise da una interpellanza della consigliera Daniela Simoni (Gente di Riva del Po).
“Scopriamo questa sera – ha detto Simoni – che li abbiamo una struttura abusiva. E allora chiedo come possiamo, come amministrazione comunale, richiedere ai gestori dei soldi per una struttura che di fatto non esiste. Ed ancora mi chiedo e chiedo se l’avvocato incaricato di procedere per via legali a questo recupero sia a cinoscenza di questa situazione”.
La consigliera si riferisce alla procedura in atto da parte dell’amministrazione comunale per il recupero dell’importo dovuto per inadempimenti contrattuali dei gestori.
“L’avvocato incaricato è in possesso di tutta la documentazione” ha risposto il sindaco Andrea Zamboni, come dire che sarà compito del professionista fare tutte le valutazioni e le considerazioni del caso.
Per l’assessore – ormai ex – ai lavori pubblici Filippo Barbieri le cose sono un po’ diverse. “La situazione, essendo stata creata dall’ex comune di Ro, non la conosco perfettamente. Direi comunque che durante le varie fasi di costruzione ci sono i permessi. Certo che manca l’accatastamento e quindi c’è qualcosa da sistemare. Io non sono un tecnico ma un politico – conclude Barbieri – però ritengo ci sia una sostanziale differenza tra “abusivismo” e “mancato accatastamento”. Sarà comunque compito dell’ufficio tecnico verificare e provvedere all’adeguamento”.
Va precisato che un immobile è abusivo quando non esiste alcun titolo abilitativo, ovvero è stato realizzato senza nessun provvedimento amministrativo, licenza edilizia, concessione edilizia o permesso di costruire. In questo caso non sarebbe possibile l’accatastamento. Attendiamo sviluppi successivi.
Nella discussione consiliare Daniela Simoni non ha tralasciato il punto importante della gestione, che non è mai stata “all’altezza” della situazione. “I gestori hanno sempre prestato molta attenzione al ristorante – ha detto la consiliera – facendo nascere anche la spiaggetta, con ombrelloni e lettini, ma non hanno mai incrementato la struttura nel suo complesso”.
Anche qui, come nel caso de La Porta del Delta a Serravalle, serve un programma che inserisca la struttura in un circuito turistico. E poi il Mulino, costato tanto alla comunità ma mai usato a dovere. Una situazione stagnante che merita attenzione e sviluppo per non vedere impegnati altri denari per nulla.
Per ultimo ma non ultimo va ricordato che ora la struttura è chiusa perché inagibile, per danni provocati dalla piena del Po di novembre.
(l.c.)
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