Serravalle – L’annuncio è ufficioso, almeno per ora, ma pare irreversibile: il prossimo 22 maggio la filiale della Bper di Serravalle effettua l’ultima apertura. Su questa decisione, discutibile ma senza appello, la consigliera di “Gente di Riva del Po” Daniela Simoni esprime un concetto, un pensiero ad alta voce.
“In quel di Riva del Po mai una gioia, è proprio il caso di dire. E’ infatti notizia di questi giorni la chiusura definitiva della filiale della BPER di Serravalle (dal 22 maggio). Con l’acquisizione a costo zero dell’allora Cassa di Risparmio, in quel momento storico l’interesse aziendale ci stava tutto!
Un altro servizio viene così meno nel nuovo Comune appena fuso, smentendo ancora una volta la funzionalità di questa innaturale aggregazione. Ora il servizio bancario rimane solo nella frazione di Berra con due sportelli: uno di BPER e uno di Monte Paschi.
Questo, su 40 km di territorio, dovrebbe essere il servizio per un’intera comunità. Non c’è che dire, di opportunità questa fusione ne sta dando veramente tante! Per chi scrive, Daniela Simoni consigliere comunale della civica Gente di Riva del Po, questo è un triste film già visto.
Nell’ex Comune di Ro furono ben due le filiali a chiudere (una addirittura era la tesoreria comunale) e a nulla valse il tentativo dell’amministrazione pubblica di allora di opporsi a questa che è sempre una decisione unilaterale dell’azienda privata. Rimase a quel tempo solo lo sportello automatico per i prelievi e le ricariche.
Quando poi fu assaltato e derubato, l’azienda ne approfittò per non installarlo più. Alle banche non importa mai del disservizio che arrecano, non interessa loro se il nostro territorio è composto per la maggioranza da utenti anziani che non praticano l’home banking e che incontrano tante difficoltà negli spostamenti verso altre località, quel che preme è solo ed esclusivamente la convenienza e l’economicità aziendale e nulla più.
Ma la chiusura oggi di almeno altri sei o sette filiali da parte di BPER, è ancora più becera perché approfitta di un momento di debolezza e di emergenza collettiva. Del tutto incomprensibile poi la chiusura in una località come quella di Serravalle, che rappresenta il centro imprenditoriale e artigianale dell’intero Comune di Riva del Po, un vero e proprio polmoncino vitale e produttivo che in questo modo è incolpevolmente colpito.
E la politica amministrativa locale delle tre scimmiette (che non vede, che non sente e che non parla) come si è posta in merito a questa ennesima azione di impoverimento sociale?”.
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